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lunes, 8 de abril de 2013

ITALIA. En La Stampa, hoy.


Hamas es objeto hoy, en el importante diario la stampa, italia de noticia  debido a su ataque contra las tendencias ,de atuendo ,occidentales entre jóvenes en muchos casos hartos de ser siervos de los islamistas.
 
En su sección de internacional se podía leer ,a gran titular: "no al gel en el cabello ni a los pantalones con la cintura baja" la guerra de hamas contra el look de moda." persecución de la libertad en la franja de gaza: JÓVENES golpeados y llevados a comisría , otros rasurados.

 





STERI
08/04/2013 - IL CASO

“No gel in testa e pantaloni a vita bassa”
La guerra di Hamas contro i look trendy





Due giovani palestinesi a Gaza City

Stretta alla libertà sulla Striscia
di Gaza: giovani picchiati e condotti
in commissariato, altri rasati









«Il 4 aprile aspettavo un taxi alla fermata di Sajaya (Gaza City), quando un agente mi chiama e mi ordina di salire a bordo di un veicolo della polizia. A bordo eravamo in dodici: nessuno di noi comprendeva le ragioni del fermo...» Così inizia la deposizione resa da un giovane di Gaza alla Ong Pchr-Gaza che oggi denuncia una nuova pratica imposta dagli islamici di Hamas nella Striscia di Gaza: il taglio punitivo dei capelli ai ragazzi che ostentino chiome troppo lunghe, oppure un taglio bizzarro ed «esibizionista». 

«Uno di noi è stato picchiato già nel cellulare. Una volta giunti al commissariato di Sajaya ci hanno messi in fila, ci hanno schernito. Quando uno ha protestato, è stato colpito. Poi lo hanno rasato, quindi è toccato a me», afferma il testimone, rimasto anonimo per paura di ritorsioni. 
Prima di lasciare la stazione di polizia, il testimone è stato costretto a sottoscrivere un documento in cui si impegna: 1 - a non farsi più crescere i capelli; 2 - a non sfoggiare tagli “strani” dei capelli; 3 - a non indossare mai pantaloni `a vita bassa´, giudicati immodesti dai custodi della morale pubblica nell’enclave palestinese controllata da Hamas perché talvolta lasciano intravvedere la biancheria intima. 

Fonti locali riferiscono che giovani che indossavano jeans del genere sono stati intercettati da agenti armati di forbici. E che i pantaloni dello scandalo sono stati poi lacerati senza appello sulla pubblica piazza. 
Episodi che destano clamore nella Striscia anche perché giungono una settimana dopo che le autorità di Hamas hanno imposto la segregazione per genere in tutte le scuole di Gaza, anche in quelle private, per gli allievi di età superiore ai nove anni. Un provvedimento che riguarda anche gli insegnanti, ai quali è stato ordinato d’impartire d’ora in poi lezioni solo ad allievi o allieve del loro sesso. 

In un commento su Facebook, un responsabile di Hamas, Ihab al-Ghusein, nega che esista alcuna campagna mirata contro i capelli lunghi, ma conferma che la fazione islamica si sforza di combattere «forme di comportamento negativo». Parole che tuttavia non persuadono Atef Abu Seif, un commentatore del quotidiano al-Ayyam, vicino ai moderati dell’Autorità nazionale palestinese (Anp). Abu Seif intravvede infatti una strategia precisa dietro i provvedimenti adottati da Hamas nei sei anni di governi seguiti al colpo di mano del 2007: oggi nel mirino ci sono i capelli, la brillantina, i pantaloni alla moda occidentale e le classi segregate; prima era stato imposto alle ragazze di coprirsi in spiaggia o d’indossare abiti tradizionali dalle medie in poi. Il timore, afferma, è che si voglia «strumentalizzare la religione» per cementare un’egemonia politica. Un peso in più - taglia corto - per la gente di Gaza, che deve già misurarsi con i problemi esistenziali dovuti al blocco imposto da Israele attorno alla Striscia.  

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